BOX
A riguardo del fornire risorse alimentari alla fauna selvatica, si apre spesso una discussione sull'etica di questa pratica, sulla quale tutti possiamo trovare un punto di convergenza: come principio la fauna selvatica non deve essere alimentata. Questa pratica se effettuata con modalità estensive e massive induce sicuramente a una certa dipendenza, in particolar modo per alcune specie con effetti negativi su alcune popolazioni. Ad esempio la pratica di foraggiare i cervi durante la stagione invernale, può determinare modifiche agli spostamenti che la specie è indotta ad effettuare per le avverse condizioni climatiche. Questo influisce negativamente sui cicli naturali secondo i quali solo gli individui più forti sopravvivono e trasmettono alla progenie un corredo genetico di "qualità". Se amiamo veramente la natura questo deve essere un principio cardine. Nel caso dei capanni fotografici, le "esche" alimentari sono solo uno stratagemma utilizzato solo in alcuni periodi e in quantità molto ridotte che in nessun modo si sostituiscono alle risorse alimentari spontanee. Questo non influisce minimamente sugli spostamenti stagionali (migrazioni) e sulle popolazioni delle specie. Non solo. Durante la stagione riproduttiva, gli stesse specie stanziali presenti (ad esempio cince e picchi) non frequentano più le mangiatoie dissimulate, diventano molto più schive e preferiscono spontaneamente l'alimentazione che trovano in natura.
via Mario Pagano 41, Milano
20145
Italia
© 2020 C.FISC. 97871390155