Oggi possiamo presentare al pubblico la realizzazione delle strutture quale risultato di un lungo lavoro di valutazioni e preparazione. Inizia ora una fase di monitoraggio e di "prova" sull'efficacia di quanto realizzato. Per le finalità del progetto era per noi una condizione molto importante l'allestimento di un percorso didattico strutturato in particolar modo per le scolaresche (ma anche per altre categorie di fruitori) che possa avvicinare alla fauna selvatica e più in generale all'ambiente naturale, gli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado. Lungo il percorso, abbiamo predisposto sussidi didattici, come cartellonistica esplicativa e strumenti interattivi che verranno man mano implementati e che accompagneranno il pubblico durante la visita, in linea con gli stessi criteri etici adottati per il capanno fotografico.
A riguardo del fornire risorse alimentari alla fauna selvatica, si apre spesso una discussione sull'etica di questa pratica, sulla quale tutti possiamo trovare un punto di convergenza: come principio la fauna selvatica non deve essere alimentata. Questa pratica se effettuata con modalità estensive e massive induce sicuramente a una certa dipendenza, in particolar modo per alcune specie con effetti negativi su alcune popolazioni. Ad esempio la pratica di foraggiare i cervi durante la stagione invernale, può determinare modifiche agli spostamenti che la specie è indotta ad effettuare per le avverse condizioni climatiche. Questo influisce negativamente sui cicli naturali secondo i quali solo gli individui più forti sopravvivono e trasmettono alla progenie un corredo genetico di "qualità". Se amiamo veramente la natura questo deve essere un principio cardine. Nel caso dei capanni fotografici, le "esche" alimentari sono solo uno stratagemma utilizzato solo in alcuni periodi e in quantità molto ridotte che in nessun modo si sostituiscono alle risorse alimentari spontanee. Questo non influisce minimamente sugli spostamenti stagionali (migrazioni) e sulle popolazioni delle specie. Non solo. Durante la stagione riproduttiva, gli stesse specie stanziali presenti (ad esempio cince e picchi) non frequentano più le mangiatoie dissimulate, diventano molto più schive e preferiscono spontaneamente l'alimentazione che trovano in natura.
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